Gironzolando sulla rete sono capitato sul blog di Tommaso Chimenti (sul sito del Fatto Quotidiano) e ho riletto una vecchia recensione di R4 fuga per la libertà. (Lo spettacolo che ci vede in scena assieme a McFois). Qua sotto le bellissime parole di Tommaso Chimenti su Il Fatto Quotidiano:
“[…] Fulminanti i Nanirossi: ti si attaccano alle ossa, non li dimentichi, non ti divincoli, azzannano la fantasia, strappano sorrisi a morsi di capriole e comicità leggera mai scontata, prevedibile e infantile ma mai banale, sempre delicati e morbidi, mai aggressivi né smodati. Nel loro R4 fuga per la libertà molti i codici e i meccanismi di un certo cinema che parodiava i polizieschi, quelli con poliziotti cialtroni e imbranati, ma assolutamente simpatici e perennemente perdenti (da La Pantera Rosa a Scuola di Polizia fino a Poliziotto Superpiù con Bud Spencer e Terence Hill ma anche, volendosi spingere, a Zorro o Lupin), con le pellicole dove le macchine, le automobili assumono caratteristiche umane e pensanti (su tutte l’inimitabile Un maggiolino tutto matto, ma possiamo mettere dentro questo carnet anche Christine la macchina infernale, come, di diritto, l’animazione Cars) e infine con quei plot dove l’ergastolano riesce a fuggire ed evadere (Papillon, Fuga per la vittoria, Fuga di mezzanotte fino a scomodare Fuga da Alcatraz).
In questo mix ad alta concentrazione di botti e spari, i Nani Rossi (vincitori nel ’15 del concorso genovese Intransito, a cura degli Akropolis, con l’acrobatico e commovente Sogni in scatola) mettono in campo due emuli di Starsky & Hutch, o di qualche b movie cult (Sulle strade della California ma anche la trilogia Una pallottola spuntata o ancora Le strade di San Francisco con Michael Douglas) che devono portare in prigione una pericolosa detenuta in classica tenuta-tuta da Guantanamo. Due guardie sceme, una carcerata-Houdinì furba e scaltra (in alcune coreografie i tre ricordano le Charlie’s Angels in versione maccheronica) e una macchina, per quanto distrutta e che perde i pezzi e che sbuffa fiamme dal motore e si trasforma in pianta carnivora fagocitando e mordendo i secondini (come ne La piccola bottega degli orrori) sono gli ingredienti di questo piccolo, ben riuscito amalgamarsi di topos che solletica, convince, incuriosisce, ci invita, ci stuzzica, ci stimola, ci arricchisce. I Nanirossi in un giardino sarebbero sprecati, al Parco delle Cascine sono stati esplosivi. “C’è tanta gente che si diverte a far piangere l’umanità, noi dobbiamo soffrire per divertirla. Manda, se puoi, qualcuno su questo mondo, capace di far ridere me come io faccio ridere gli altri (da La preghiera del clown, Totò).”