Con piacere ripubblico il link di una capanna di “sensibilizzazione” agli organizzatori di eventi di arte di strada pubblicata sulla piattaforma http://www.activism.com. Diffondete e…firmate!
Gentili operatori dello spettacolo, associazioni, agenzie, proloco, amministrazioni locali che vi approcciate per la prima volta o da poco, al mondo dell’arte di strada.Questo messaggio vi arriva dagli artisti di strada italiani, è stato condiviso da migliaia di professionisti ed anche da neofiti e amatori, nonchè da decine di organizzatori di eventi che lavorano con passione al fine di dotare l’arte di strada di sempre maggiori risorse.Chiunque voglia promuovere il settore lo faccia in modo sincero e con uno spirito di servizio, giacchè la nostra arte ha bisogno dello stesso sostegno che è destinato ad altri settori dello spettacolo.Noi siamo interpreti di un’arte che prende vita in mezzo alla gente, siamo capaci di portare la musica, la danza, il teatro dove non arriverebbero mai. Ma il nostro è un lavoro serio e difficile e se per qualche motivo avete bisogno di noi ma non avete soldi per pagare la nostra prestazione, non invitateci ai vostri eventi. Così come fareste con qualsiasi altro artista di spettacolo e/o con qualsiasi altro soggetto in qualunque campo delle attività professionali.Nella nostra attività sosteniamo costi elevati di formazione, produzione, amministrazione, fiscalità, previdenza, comunicazione, sicurezza, viaggio… Quando ci invitate a partecipare ad un festival o ad una rassegna prospettandoci un’adesione gratuita, non solo dimenticate tutto questo, ma contribuite a formare nel pubblico l’idea che l’arte di strada sia un’attività non professionale, fatta da persone che non hanno ne arte ne parte.A 30 anni dalla nascita del circuito italiano dei Festival dell’Arte di Strada questa idea è un assoluto anacronismo, e infatti, in assenza di un vero ingaggio, questo tipo di programmazioni finiscono per essere solo dei clamorosi flop, nei quali la presenza di “artisti” non è garantita né a chi organizza né a chi ne dovrebbe fruire.Quando qualcuno di noi sceglie di rappresentare il proprio spettacolo “a cappello” sceglie da solo il momento e il luogo della sua esibizione, e non ne dà conto a nessuno. Per fortuna quella del “libero esercizio a cappello” è un’attività che molte città italiane consentono tutti i giorni, e non c’è bisogno di partecipare ad alcun evento per esercitarla.Smettete quindi di invitarci ai vostri eventi proponendoci condizioni indegne che arrecano offesa al nostro lavoro e lo svalutano pubblicamente.